Di Cristina Tana
Isatis Tinctoria
Il nome suonerà nuovo a molti, ma sicuramente è un colore che avete già visto. Quante volte abbiamo visitato un museo e ammirato quadri del 1200-1600 senza mai riconoscere quel blu presente in ogni paesaggio o ritratto? Ebbene si! Il blu guado è presente nella maggior parte dei quadri degli artisti di quel periodo, come Raffaello, Piero della Francesca, Botticelli, ecc… Ma andiamo con ordine.
Il suo blu intenso viene estratto da una pianta, l’Isatis Tinctoria, della famiglia delle brassicacee, di origine asiatica, e arrivò in Europa già nel neolitico. Essa cresce in luoghi freddi e soleggiati, infatti per secoli venne coltivata nel Nord Europa, Toscana e Marche.
Tra le tante piante coloranti, il guado veniva scelto per tingere i tessuti di blu, ma non solo! Greci e Romani non amando particolarmente questo colore lo associavano alla morte, poiché veniva utilizzato dai Celti che lo utilizzavano per tingersi viso e corpo prima di una battaglia.
Dal 1200 in poi i pregiudizi e le sorti del guado iniziano a cambiare. Alcune innovazioni del processo di manifattura fecero si che il guado diventasse un colore luminoso e forte. Non a caso divenne il colore della “ Divinità Celeste” e del prestigio della nobiltà. Tra il 1200 e 1600 i pittori hanno dipinto di blu mantelle, abiti e accessori su nobili e figure religiose. Tuttavia per l’eccessivo costo del pigmento, gli artisti, per dipingere preferirono utilizzare pigmenti minerali che imitavano il più possibile la tonalità del tessuto tinto naturalmente, come lapislazzuli e azzurrite.
Decadenza del Guado
La produzione del guado nel nord dell’Inghilterra, Normandia e Germania aveva reso l’Europa più ricca, e nel 1525 si rese ancora più protagonista in un caso che coinvolse Italia e Francia. Quando Re Carlo V catturò Francesco I, Re di Francia, un noto commerciante di guado, Pierre de Berny si offrì da garante per il suo riscatto.
Tuttavia il suo declino arrivò da li a poco con la scoperta di altre piante come l’indaco, prima in India e poi nel nuovo mondo.
Fu la prima globalizzazione che distrusse l’economia e la tradizione.
Nel 1577 alcuni rappresentanti dei mercanti di Londra inviarono un promemoria al Privy Council chiedendo di utilizzare l’indaco per realizzare il blu meno caro.
I coltivatori di guado fecero di tutto per evitare l’inevitabile, furono addirittura approvate leggi per la salvaguardia del guado, ma l’indaco lo batteva sempre sui costi di produzione. Questo fece crollare il suo commercio in Europa, lasciando dietro di sé campi vuoti e commercianti distrutti.
Il ritorno alla produzione
Nel 2016 Alessandra Ubaldi, appassionata d’arte e natura, dopo vari studi e ricerche decise di avviare una produzione propria nella sua città natale, Urbino. Nonchè anche città natale dell’artista Raffaello. Nel suo laboratorio realizza stole di cotone, foulard e mussole, tutte realizzate interamente a mano e con tanta passione e dedizione.
La storia del guado riallaccia argomenti e temi a me cari: territorio, colore, storia del costume e agricoltura…
Il guado al cinema
Ebbene si, il blu guado l’abbiamo visto anche al cinema, e non in piccoli film ma alcuni importanti come Braveheart- cuore impavido, in Troy, Maria Regina di Scozia, nella serie tv I Medici. In quest’ ultima infatti i costumisti, per ottenere gli stessi colori dell’epoca hanno tinto direttamente sul set tutti gli abiti degli attori, per assicurarsi che fossero il più coerenti possibili all’epoca rinascimentale.
Preparare il guado in casa
Preparare in colore in casa non è così semplice come si pensa, soprattutto se non hai gli attrezzi giusti per trattare il pigmento. Il primo passo che ho fatto è stato quello di acquistare il pigmento dal colorificio “Fantuzzi”. Ero talmente curiosa di utilizzarlo che mi son messa subito a lavoro, facendo attenzione a non sprecare neanche un piccolo granello; il guado non a caso è definito anche Oro blu.
Cosa serve per prepararlo
• Pigmento
• Acqua
• Legante per acquerello
• una spatola in acciaio o plastica, oppure un pestello di vetro
• un piatto in ceramica o una lastra di vetro
Prima di mescolare il pigmento con il legante, sotto consiglio del commerciante ho effettuato una pre-macinazione della polvere con una spatola. Successivamente ho aggiunto gradualmente l’acqua, mescolato ancora con cura e dopo ho aggiunto il legante per acquerello e mescolato con cura fino ad ottenere una consistenza cremosa e lucida. Prima che si asciugasse ho versato tutto in un godet e lasciato asciugare per almeno 24 ore.
Essendo molto intenso come blu, per ottenere una tonalità più chiara ho aggiunto una piccola quantità di gouache bianca e mescolato ancora con cura, ottenendo una tonalità più chiara e adatta anche ad uno dei miei disegni.
Quest’anno Pesaro è la capitale della cultura 2024. Anche Ad Urbino dal 1 Gennaio al 3 Marzo ci saranno mostre di arte contemporanea. Quale periodo migliore per visitare la città natale di Raffaello e perdersi tra i vicoli medioevali della città dell’arte. Trovi tutte le info nei link qui sotto.
https://www.etsy.com/it/listing/208113703/pigmento-blu-di-guado
Fonti per accenni storici: “Atlante sentimentale dei colori”