Sylvie Bello, illustrazione tratta da “la bambina e l’ orsa”, 2024 , ed. Topipittori, courtesy of editor

Di Titty Miele

Di quanto tempo ha bisogno un illustratore, per realizzare la magia delle immagini che accompagnano una storia? Quanto impegno, quante prove, quanti bozzetti si realizzano prima di mandare in stampa i lavori definitivi? Soprattutto, quando si sceglie una tecnica indiretta, quali sono gli step che intercorrono nel processo di realizzazione delle immagini?

Ha da poco visto la luce “ La bambina e l’ orsa”; scritto da Cristiana Pezzetta ed illustrato con la tecnica del monotipo da Sylvie Bello, edito da Topipittori, una poetica storia che affonda le sue radici nella Grecia del V secolo a.c.; con la tecnica del monotipo Sylvie ha realizzato illustrazioni potenti e suggestive, di impatto cromatico e narrativo superlative. Nel suo lavoro mito e fiaba, disegno e colore, poetica e pathos , si intrecciano armonicamente , creando un tessuto narrativo che si imprime nella mente e nel cuore dei lettori .Ma come nascono le illustrazioni realizzate con il monotipo?

Sylvie Bello, illustrazione per “La prima neve”, ed. Topipittori, 2022, courtesy of editor

Vogliamo raccontarvi un pomeriggio trascorso in compagnia di Sylvie Bello presso lo spazio Bonvini, in via Tagliamento 1 a Milano. Nell’ edificio occupato da Bonvini 1909, impresa culturale nata dal recupero dell’omonima storica tipografia e cartoleria, è situato l’ampio e luminoso spazio espositivo, che ospita mostre di qualità, incentrate sul disegno e sull’illustrazione d’autore. In occasione del finissage della personale dedicata all’ illustratrice è stata prevista una dimostrazione della tecnica del monotipo da parte dell’artista.

Ed ecco Sylvie, già pronta davanti ad un tavolo su cui sono poggiati una lastra di vetro, alcuni fogli di carta, alcune prove di stampa dell’albo illustrato, matite, penne, spatole ed inchiostri da calcografia; mentre ammiriamo le tavole originali delle illustrazioni in esposizione, l’attesa e la curiosità di vedere l’artista all’opera crescono. Sylvie conversa amabilmente con il pubblico, è gentile e sorridente, ha un sorriso luminoso e sereno. Ha imparato la tecnica del monotipo da bambina, a scuola, e non l’ha più abbandonata; mentre inizia a preparare il set degli strumenti di lavoro, racconta della realizzazione de “La prima neve”; scritto da Elham Asadi, basato su un’antica leggenda iraniana, l’albo racconta una storia d’amore, l’attesa della persona amata, la ciclicità delle stagioni; impreziosito dalle ricercate illustrazioni realizzate da Sylvie, è una prova d’artista notevole.

Sylvie Bello all'opera

Stesura dell’inchiostro

Ora Sylvie è pronta ad introdurci nella dimensione del monotipo; ha già scelto un inchiostro, che spande sulla lastra di vetro ed inizia a lavorarlo con la spatola; è solo una fase preparatoria, eppure tutti siamo ipnotizzati dai movimenti con i quali l’artista modella la massa, che si ammorbidisce sotto i suoi movimenti. Mentre tutti restiamo in silenzio, come ipnotizzati dal rituale della modellazione dell’inchiostro, Sylvie continua a conversare amabilmente; racconta del suo recente soggiorno presso

una residenza artistica a Marsiglia, della preparazione dei disegni per l’albo. Nel frattempo, l’inchiostro, finalmente fluido, viene steso con un rullo lungo tutta la lastra di vetro; subito dopo Sylvie vi appoggia sopra un foglio di carta, lo stende uniformemente e sceglie una penna; inizia a tracciare un lungo e sinuoso ramo fiorito; ed ecco che la magia si compie; tanti segni vengono tracciati sul foglio, e, pian piano, ramo, fiori, petali, foglie, nervature, si delineano; è il momento di controllare l’esito; Sylvie si ferma, mette da parte per una attimo la penna, solleva delicatamente il foglio e…

Risultato

Così si compie la magia: sul foglio è impresso in negativo il disegno realizzato dall’altro lato; mentre ammiriamo con un pizzico di stupore l’incanto del monotipo, Sylvie pulisce la lastra di vetro e vi stende su un inchiostro azzurro, pronta a realizzare un’altra meraviglia; per lei così abile nel realizzare illustrazioni di impareggiabile bellezza ed eleganza, questi gesti sono naturali, per noi è come assistere ad un rituale impenetrabile; Sylvie sorride, le sue dita sembrano quasi danzare mentre disegna arabeschi, fiori, foglie; nel frattempo, ci invita a sfogliare le prove di stampa de “La prima neve” che ha preparato sul tavolo; si stenta a credere che siano solo “prove”, come le definisce lei, per come sono perfette e ben fatte. Ma ecco che anche questa seconda magia si compie; l’artista solleva il foglio, una nuova meraviglia è comparsa sull’altro lato. Sylvie è generosa, non solo ci mostra la sua tecnica, ma ci invita al tavolo, accanto a lei, a provare la magia del monotipo.

Sylvie Bello , illustrazione, courtesy of author

Qualcuno prova timidamente, altri sfogliano i taccuini degli sketch eseguiti a matita da Sylvie, che lei ha appoggiato sul tavolo: scoiattoli, tassi, volpi, funghetti, alberi, paesaggi, realizzati con un segno fresco ed immediato, una boccata d’aria di bosco nella città di Milano.

Al momento del nostro incontro con Sylvie non potevamo sapere che le illustrazioni per “La bambina e l’orsa” fossero in fase di realizzazione. Possiamo dirvi che, come per “La prima neve” il lavoro di Sylvie per questo nuovo albo illustrato si snoda sul filo di un’antica leggenda, risalente alla Grecia del V secolo a.c. . Un mito riportato alla luce dal lavoro paziente di archeologi e studiosi, i quali, indagando sui percorsi di iniziazione delle fanciulle di quel tempo, si sono imbattuti nel Mito, che spesso confluisce in fiabe e leggende. Forse non è un caso che l’arte del monotipo ed il Mio viaggino così armoniosamente . Forse perché entrambi connessi nell’elaborazione della realtà, e della memoria, interiore e collettiva.

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