Di Cristina Tana

Se dovessi scegliere tre aggettivi per descrivere questa grafic novel, direi che è una storia delicata, perchè è un elogio alla famiglia; avventuroso perchè il protagonista decide per la prima volta di lasciare quei libri che lo aiutavano a fuggire dalla realtà per intraprendere una vera avventura; riflessivo perchè nella trama si affronta un tema molto importante e difficile alle volte da spiegare ad un pubblico più piccolo.

Teresa Radice e Stefano Turconi, gia noti al pubblico per “ Il porto proibito” sono gli autori del “ Il Contastorie”.

Una storia che mette in primo piano la famiglia e il rapporto tra fratelli. E crea durante la lettura una connessione tra i lettori e i protagonisti del libro.

Petro è un bambino curioso e molto sveglio che vive in un piccolo villaggio dell’Amazzonia. Ciò che ama di più è leggere i libri che suo fratello Cent gli porta dai suoi viaggi avventurosi. Una mattina mentre si sta dondolando sul tronco di un albero viene sorpreso dal ritorno a casa di suo fratello.

Quel fratello che per anni ha sempre visto come un eroe coraggioso, che ad ogni suo ritorno gli raccontava avventure diverse e di ogni tipo.

Cent per lui è come il Mago di Oz.

“ Nessuno tira fuori dal cilindro tante storie come te”

Purtroppo come accade anche a Doroty, quella tenda cade e rivela il mago per ciò che è realmente, un impostore. Le storie delle attività di Cent iniziano ad assumere strani contorni e Petro inizia a sospettare. Decide quindi di gettarsi in una rischiosa avventura sulle tracce di suo fratello per capire cosa gli sta succedendo per provare ad aiutarlo.

Le tavole, tutte dipinte ad acquerello sono un vero e proprio viaggio nel cuore dell’ Amazzonia. Il verde e il marrone sono i protagonisti indiscussi del libro. Stefano Turconi è riuscito a far emergere tutti quei colori esotici che caratterizzano la zona, facendolo avvicinare ad un libro naturalistico.

Infatti, il protagonista, narratore anche della storia, ci accompagna nel suo viaggio regalandoci chicche riguardanti alcuni animali del luogo; ma si lascia anche andare a monologhi di pensiero custoditi dentro apposite didascalie e che accompagnano i dialoghi tra i personaggi.

Lo stile morbido di Stefano Turconi si concentra molto sull’espressività e i tratti caratteristici dei personaggi, come i segni particolari sul volto, il loro modo di vestire o come il taglio di capelli che aggiunge carattere ad ogni singolo personaggio; come è il caso dei loschi amici di Cent. “I brutti ceffi”.

In conclusione, senza spoilerare troppo della trama, credo che la lettura sia abbastanza lineare e piacevole poiché accompagnata da riferimenti letterari e musicali. Infatti, in alcuni momenti della storia, grazie ad alcuni accenni musicali, mi son ritrovata a seguire la narrazione aggiungendo in sottofondo la canzone citata nella scena.

Consiglio questo libro non solo a chi vuole regalarsi una bella storia da leggere con i propri figli, ma anche a disegnatori e amanti del character design in fase di studio come me, poiché offre molti spunti riguardo le caratteristiche del personaggio. Nelle ultime pagine sono infatti arricchite di sketch preparatori dei personaggi principali.

Se questa grafic novel tutta italiana è riuscita a catturare la vostra curiosità, vi invito allora a visitare il sito di Bao Publishing dove è possibile sfogliare in anteprima le prime 23 pagine del libro.

Alla prossima!

https://baopublishing.it/prodotti/il-contastorie/

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